Al piano terra Aria, ristorante di alta cucina, al piano interrato il secret bar The Lodge, due realtà connesse dall’interno e separate all’esterno da un doppio ingresso, l’uno a pochi metri di distanza dall’altro. Un lavoro durato quasi tre anni di concerto con la committenza e lo chef, che ha visto la trasformazione di uno spazio per uffici in un luogo caldo e accogliente, tempio dell’arte culinaria.
Il marmo verde Alpi del portale introduce all’ingresso del ristorante, un ambiente a doppia altezza di 6 metri amplificato dalla presenza del soffitto a specchio, punteggiato da tre campane in ottone di Edra.
Un corridoio consente l’accesso alle sale, inframezzate da librerie sottili in metallo e legno, e ritmate da tavoli circolari e poltroncine Molteni Chelsea in pelle verde scuro, o divani incassati disegnati su misura della stessa cromia. La pavimentazione custom è in parquet, un tappeto di quadrotte in rovere termotrattato viene incorniciato da doghe laccate verde e giallo senape, che gioca di contrasto con i toni scuri del marmo.
Tra le sale uno spazio distributivo collega il locale agli altri piani, il piano superiore ospita la cucina dello chef, quello inferiore The Lodge. Tramite una porta ‘segreta’ mimetizzata nella pannellatura della parete si accede al piano inferiore. Qui l’ambiente è voltato, e concepito come una cripta; i pavimenti sono in pietra di Trani burattata e lo spazio si caratterizza per l’asse prospettico che, attraversando le sale, culmina nel bancone del bar in legno laccato verde a pori aperti. A completare la scena, le opere d’arte contemporanea alle pareti, risultato della collaborazione con la Galleria Luigi Solito.
